Nonostante la Scozia sia all'interno del Regno Unito da oltre 300 anni, le divergenze storiche e culturali tra scozzesi e inglesi hanno sempre portato a un implicito sogno d'indipendenza da parte di buona parte della popolazione. Il 14 ottobre del 2012, il leader dello Scottish National Party Alex Salmond, ha trovato l'accordo con il Premier britannico David Cameron riguardo all'indipendenza della Scozia: il 18 settembre 2014, infatti, si è svolto un referendum dove si è chiesto a tutti gli scozzesi se separarsi o meno dal Regno Unito. Secondo il progetto di Salmond, la Scozia, se avesse vinto il sì, sarebbe diventata nei fatti una nazione autonoma ma parte del Commonwealth delle nazioni con governo completamente indipendente ma continuando a riconoscere il monarca britannico come simbolico Capo di Stato, come avviene da tempo in Canada o in Australia.
Il 28 marzo 2017 il parlamento di Edimburgo vota a maggioranzala delega al primo ministro Nicola Sturgeondi chiedere al governo di Westminster un nuovo referendum per l'indipendenza della Scozia, da svolgersi tra l'autunno 2018 e l'inverno 2019.
La lingua scozzese, nota anche col nome nativo di lingua scots, è la lingua germanica occidentale, del ramo anglo-frisone, in uso nella Scozia, nell'Ulster e nella zona di confine della Repubblica d'Irlanda, affine all'inglese ma diversa dal gaelico scozzese. Viene anche definito Lowland Scots in contrapposizione al gaelico scozzese.
Il nome italiano della lingua è semplicemente scozzese; tuttavia, al fine di evitare confusioni con la lingua gaelica scozzese e con l'inglese scozzese, variante dell'inglese parlata in Scozia, viene spesso usato il nome nativo di lingua scots.